CONTRO LA SCUOLA
Da anni ormai i cortei e le manifestazioni studentesche tornano ricorrenti come una formalità. Le richieste e le rivendicazioni di queste proteste pongono una critica superficiale e riformista del sistema scolastico. Queste manifestazioni si limitano a criticare e a opporsi alla solita “riforma della scuola”, a lamentarsi per la mancanza di mezzi o fondi, senza mettere mai in discussione i principi e le autorità scolastiche in sé. In questo modo non fanno nient’altro che riprodurre la metodologia e le pratiche istituzionali, inconsistenti, del sistema da cui sono inglobati. L’energia di chi nonostante tutto continua a mettersi in gioco viene incanalata in queste proteste vuote.
Siamo sicure e sicuri che il vero problema della scuola sia solo l’alternanza scuola-lavoro, il maggior potere dei presidi, o edifici che cadono a pezzi? Non sarebbe meglio abbattere quei muri che ancora si reggono in piedi e trovare il proprio modello di educazione in base alla propria creatività e voglia di conoscere? Oggi, come in passato, è necessario sviluppare una critica radicale del sistema e delle strutture di dominio su cui basa il suo potere. Una di queste e anche una delle più fondamentali per il suo funzionamento è la scuola. L’educazione scolastica si pone come obbiettivo non la crescita e lo sviluppo delle conoscenze dell’individuo, come si può pensare erroneamente, ma l’adattamento dell’individuo a questo stato di cose appiattendone la personalità e la creatività.
“La scuola, per il ruolo istituzionale che occupa, che la separa dalla società nel suo complesso, porta a snaturare quelli che sono i necessari e inevitabili processi di trasmissione delle informazioni, rendendoli inevitabilmente autoritari.”(CIT. editrice cirtide)
Lo studente o la studentessa che frequenta una scuola statale è obbligata/o ogni giorno a vivere la stessa routine. La sua giornata è caratterizzata da orari prestabiliti e standardizzati.
I luoghi in cui è obbligato/a a stare sono asettici e spersonalizzanti (strutture regolari e ripetitive caratteristiche di ogni struttura di reclusione di questa società: prigioni, tribunali, istituti psichiatrici, ospedali…). Le lezioni che è obbligata/o a seguire sono stabilite dall’autorità in questione, che sia il ministero scolastico o l’insegnante poco cambia. Se non si adeguerà a questo stato di cose verrà punito/a come in ogni altro sistema coercitivo.
Sabato 2 dicembre alle ore 16 discussione aperta basata sui testi:
Figlioli miei marxisti immaginari di Vittoria Ronchey,
Avviso agli studenti di Rauol Vaneigem,
L’educatore mercenario di Pedro Garcìa Olivo.
In Villa Vegan occupata:
via Litta Modignani 66, Milano.
Dalle ore 19 aperitivo.